Teologia e Liturgia del Tempo di Avvento

Teologia e Liturgia del Tempo di Avvento

«Il tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi» (Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 39). La doppia indole dell’Avvento s’intreccia unitariamente in modo naturale giorno dopo giorno: il tono escatologico connota le prime due settimane dell’Avvento mentre le ultime due settimane, e specialmente i giorni dal 17 al 24 dicembre, preparano al memoriale della nascita storica di Cristo.
La Parola di Dio e l’eucologia costellano l’Avvento di promesse e attese,gioie e speranze, incontri e accoglienza. In questa costellazione biblicoliturgica rifulgono quattro testimoni che accompagnano il cammino della comunità cristiana nella vigilanza e nell’attesa: il profeta Isaia, testimone della Parola promessa; il precursore Giovanni, testimone della Parola attesa; il giusto Giuseppe di Nazareth, testimone della Parola custodita; la vergine Maria, testimone della Parola creduta e concepita.
Il lezionario domenicale dell’anno B conduce la Chiesa all’esperienza della vigilanza intraprendente come fiducia nella promessa divina (I domenica), alla preparazione della vita, pronta ad accogliere il Signore Veniente (II domenica), alla gioia dello Spirito per la presenza di Colui che viene, all’accoglienza verginale del Mistero che si rivela nella carne.
Il lezionario feriale propone le promesse escatologiche dall’inizio dell’Avvento sino al 16 dicembre, quelle messianiche dal 17 al 24 dicembre.
Le profezie di Isaia caratterizzano la liturgia della parola della prima parte dell’Avvento (cf. Ordinamento delle letture della messa, n. 94), mentre i brani evangelici sono scelti in relazione ad esse, secondo la dinamica teologica promessa-compimento. Dal giovedì della seconda settimana si proclamano le pericopi riferite a Giovanni Battista, invece la prima lettura continua dal libro di Isaia oppure è scelta in riferimento al Vangelo. Nei giorni che vanno dal 17 al 24 dicembre si proclamano gli eventi che hanno preceduto immediatamente la nascita del Salvatore (Mt 1; Lc 1), scanditi dal canto estatico delle Antifone maggiori. Anche nell’ufficio delle letture si leggono in modo semicontinuo le profezie isaiane, rilette in prospettiva escatologica o messianica in base ai commentari patristici o di scrittori ecclesiastici abbinati come seconda lettura.

La Vergine Maria nel Tempo di Avvento

Pastoralmente, la tensione tra storia e compimento fa dell’Avvento il tempo mariano per eccellenza (cf. Paolo VI, Marialis cultus, nn. 3-4).
È il tempo in cui con naturalezza si coglie l’intimo legame tra la Madre e il Figlio, tra Maria e l’umanità, tra Maria e la Chiesa. Maria crede alle promesse divine, accoglie la Parola nel suo cuore e diviene madre di
Dio secondo la carne. Così la Chiesa nel suo farsi storico. Maria è l’icona perfetta dei credenti che attendono il compimento delle promesse, che accolgono la Parola e la concepiscono in loro facendola divenire la loro storia. Oltre alla solennità dell’8 dicembre – celebrazione congiunta della Concezione immacolata di Maria, della preparazione radicale alla venuta del Salvatore e del felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga – la liturgia ricorda frequentemente la beata Vergine soprattutto nelle ferie dal 17 al 24 dicembre e nella IV Domenica, durante la quale le antiche profezie sulla Vergine e sul Messia s’intrecciano con gli episodi evangelici relativi alla nascita imminente del Cristo.

Il senso del tempo

L’Avvento svela il senso della storia. Il nostro Dio si rivela nelle realtà create ma soprattutto si rivela e abita con gli uomini, scrivendo la sua storia con quella umana. È il Dio della storia perché ne è il coautore e il compimento. La storia è il luogo dove l’Onnipotente si manifesta, ama, perdona, cerca l’uomo creato dalle sue mani, salva, libera. Il tempo che tende alla pienezza è il tempo della condivisione di Dio con la nostra umanità perché l’umanità partecipi alla vita divina, destino definitivo di tutto e di tutti.

Da “Guida al Tempo di Avvento”, CEI 2023

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