Tempo Ordinario

Il Tempo Ordinario è, nel calendario liturgico Romano, quel periodo escluso dai contesti liturgici celebrativi di particolare spessore, detti anche Tempi forti, come l’Avvento, la Quaresima, la Pasqua e il Natale.

Esso riguarda cioè i periodi che non celebrano alcun mistero in particolare e si snoda in due periodi separati dal ciclo pasquale:

  • dal lunedì dopo la festa del Battesimo del Signore, con la quale finisce il Tempo di Natale, fino al martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri;
  • dal lunedì dopo la Pentecoste, solennità che segna il termine del tempo di Pasqua, fino al sabato dopo la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, cioè finché non inizia l’Avvento.

La fine della seconda parte del tempo ordinario segna anche la fine dell’Anno Liturgico.

Dal momento che la data della Pasqua è mobile, il numero di settimane della prima e della seconda parte del Tempo Ordinario varia:

  • per la prima parte arriva senz’altro alla quarta e si può arrivare alla nona;
  • la seconda parte può iniziare come minimo dalla sesta settimana e come massimo dall’undicesima; la settimana precisa dipende in ultima istanza dal giorno della settimana in cui cade il Natale.

Eventualmente si tralasciano tutte le settimane in più alla ripresa per finire sempre con la 34ª settimana.

Il colore liturgico del Tempo Ordinario è il verde.

L’ordinario diventa straordinario

Ecco un brano che definisce bene cosa sia il Tempo Ordinario: «Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri». Questo è il programma di vita cristiana che san Paolo traccia per i Filippesi (4,5b-8): questo potrebbe essere anche il nostro programma. In questo tempo liturgico si fa un ‘esperienza permanente di Cristo, quotidiana, perché il mistero del Risorto coinvolge l’uomo nella sua interezza e nella totalità in quel tempo in cui egli vive.

Vivere e celebrare il mistero di Cristo nell’ordinario significa accettare di vivere da discepoli nella fedeltà di ogni giorno, ascoltare e incontrare il Maestro nel quotidiano, riconoscere che Dio si china su di noi e ci salva nella concretezza della nostra esperienza personale.

Il Gloria si dice nelle solennità, nelle feste e in tutte le domeniche; il Credo si dice nelle solennità e in tutte le domeniche.

Valori da vivere Testimoniare con la vita la gioia di appartenere a Gesù Cristo.

Fonte : Cathopedia e Curia Generalizia dei Carmelitani

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