L’Avvento è un tempo di speranza che porta alla nostra attenzione il senso dell’incompiuto. Il Natale che è il naturale compimento dell’Avvento, di per sé non compie completamente il nostro desiderio, anzi lo dovrebbe stimolare maggiormente, come fanno le poche righe della lettera a Tito: “È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone (2,11-14). Paolo ci aiuta a vivere l’Avvento come il desiderio della seconda e definitiva venuta di Cristo nella gloria. Ma a partire dal 17 dicembre, una settimana prima del Natale, il tono cambia. Se viviamo nella speranza della venuta di Cristo nella gloria, noi prepariamo anche il cuore per festeggiare già ora il Dio con noi, che si compromette nella fragilità della nostra umanità. L’Avvento non è una retrospettiva artificiosa o nostalgica di fatti e di personaggi del passato. Noi non ci mettiamo al posto dei nostri Padri nella fede, quasi facendo finta che il Messia non sia venuto per meglio apprezzare il dono di cui egli è oggi portatore. E neppure è un vago sogno di avvenimenti futuri di cui non sappiamo né il giorno né l’ora. Per noi l’Avvento è un tempo reale di salvezza: posti tra il già ed il non ancora siamo all’interno di un tempo e nel corso di profezie non ancora pienamente realizzate: lo saranno con la seconda venuta del Signore; il tempo della speranza, tuttavia, lo viviamo facendo tesoro delle lezioni che ci vengono da coloro che hanno atteso, preparato e accolto la prima.4Così tutta la liturgia dell’Avvento pone l’esistenza cristiana come in tensione tra gli inizi e la conclusione della storia della salvezza: accentua ora l’uno ora l’altro elemento, conferendo un colore e un’intensità tutti particolari a ciò che è all’origine e al traguardo del pellegrinaggio terreno di ogni credente e dell’intera comunità cristiana.
«Grande è il cuore dell’uomo, spazioso e capace, come se fosse un mondo. Prepara la via al Signore con una buona condotta, e con azioni irreprensibili spiana il sentiero, poiché la parola del Signore cammini in te senza ostacolo alcuno». (Origene)
Da VIGILANTI NELLA SPERANZA, Sussidio di preghiera nel tempo di Avvento 2020 (Ufficio per la Liturgia – Diocesi di Brescia)