12 Febbraio 2017

Primo altare a destra

ANTONIO GANDINO IL VECCHIO
(Brescia 1565 – 1631)
Sant’Anna e la nascita della Beata Vergine’

In Antonio Gandino si fondano la formazione avvenuta con il Veronese e Palma il Giovane e la Scuola Bresciana dominata dal Moretto e Lattanzio Gambara. Vastissima la sua produzione a olio e decorativa nella quale ha depurato la tavolozza dei toni , troppo grigi e lividi del manierismo veneziano soggiungendo una equilibrata composizione di netta derivazione bresciana. Che egli abbia raggiunto vasta considerazione lo dicono gli incarichi pervenuti da ogni località bresciana , nonché da Bergamo, dove operò per la chiesa dedicata a S.Andrea . Fra le realizzazioni locali basti qui rammentare le più significative che si possono ammirare nella chiesa di S.Agata: ‘I SS. Francesco e Carlo Borromeo davanti alla Vergine’; in S.Maria delle Grazie : ‘Purificazione’; in S.Maria del Carmine: ‘Consegna delle chiavi’ in S. Nazaro e Celso : ‘Storie della vita di S.Rocco’; Istituto Orfani: ‘Deposizione’ (considerata il suo capolavoro).

A Bovegno nel santuario della Madonna della Misericordia, nel 1610 dipinse una tela ad olio raffigurante l’apparizione della Madonna, S.Giovanni Battista e S.Giorgio, la veggente Maria Amadini e l’amica Caterina nella chiesa dove il 22 maggio 1527 la Vergine apparse alla giovane Maria Amadini orfana di ventidue anni.

Antonio Gandino, col figlio Bernardino ed altri pittori , ha contribuito a superare il criterio narrativo e didascalico della decorazione per inserirla come completamento allo stile architettonico degli edifici affrontati con i colori, ponendo così per qualche tempo in evidenza e considerazione la scuola bresciana al di là dei confini regionali.

Il Fenaroli nel “Dizionario degli Artisti Bresciani” del 1887 lo dice morto il 17 luglio 1630.

Il santo raffigurato

Sant’Anna , dall’ebraico = ‘Grazia, la Benefica’

I nomi dei genitori di Maria (Anna e Gioacchino) si conoscono dall’apocrifo ‘Protoevangelo di Giacomo’ (sec. II) . Il culto di S.Anna è documentato in oriente nel sec. VI, in occidente nel sec. X.

Sulla falsariga di quello che si narra nella Sacra Scrittura sulla sterilità di Anna , poi madre del profeta Samuele , il protoevangelo di Giacomo , apocrifo del II secolo, traccia la storia di Gioacchino e Anna, Genitori della Vergine Maria.  S.Anna, dopo lunga sterilità, ottenne dal Signore la nascita di Maria, che a tre anni portò al tempio, lasciandovela al servizio divino in adempimento al voto fatto.

Il fondamento storico, probabile pur nella discordante letteratura apocrifa, è comunque falsamente rivestito di elementi secondari, copiati dalla vicenda della madre di Samuele. Mancando nei vangeli ogni accenno ai genitori della Vergine, non destano che gli scritti apocrifi, nei quali non è possibile rinvenire, tra i predominanti elementi fantastici, qualche notizia autentica, raccolta da antiche tradizioni orali. Il culto verso i santi genitori della Vergine è molto antico, tra i greci soprattutto. In oriente si venerava S.Anna già nel sec. VI e tale devozione si estese lentamente in tutto l’occidente a partire dal sec. X fino a raggiungere il suo massimo sviluppo nel secolo XV.

Nel 1584 venne istituita la festività di S.Anna: il 25 Luglio dai greci ed il giorno successivo dai latini. Dalla santità del frutto, da Maria, deduciamo la santità dei genitori di lei , Anna e Gioacchino.

L’opera (Completata tra il 1590 e il 1600)

Proviene probabilmente dalla vecchia chiesa. L’artista rappresenta S.Anna nel letto su uno sfondo (ora abbastanza scolorito) di due tendaggi verde oliva assistita da una donna riccamente vestita con abito verde e grandi maniche bianche, un’altra donna ha una tempia illuminata mediante un impasto grigio e giallo, la terza donna, sopra un vestito rosa ed azzurro ricamato d’oro, porta un ampio mantello drappeggiato con pieghe gonfie. Ad una lettura superficiale, a parte il rosso vivo di un abito e qualche gioco di luci ed ombre, il quadro, nell’insieme, si presenta assai scuro anche se osservandolo più attentamente vi si coglie un’atmosfera di assorto raccoglimento.

E’ tradizione deporre un cero ai piedi dell’altare da parte delle madri in attesa come propiziatore ad un parto senza difficoltà.

Primo altare a destra
Primo altare a destra